Loredana Galante – Artista Internazionale

Loredana Galante , Artista Internazionale ….AGGIORNAMENTI….



Loredana Galante è con Alessandra Redaelli e altri 6 – Ieri alle 11:49

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Durante lo Studio visit di Alessandra Redaelli alla dislocazione camoglina del To be kind, abbiamo pensato di registrare, in un video senza pretese tecniche, alcuni frammenti che contengono la sostanza delle nostre conversazioni e delle nostre considerazioni. Vi mostriamo per la prima volta qualcosa di più del progetto de #larivoluzionegentile e della personale alla Fondazione Dino Zoli a cura di #NadiaStefanel. L’installazione principale è un lavoro per il quale ho iniziato a disegnare la scorsa estate. Il progetto coinvolgerà singoli e realtà come i #VillaggiSos. Il video termina con uno spazio dedicato al #lastanzadelleorchidee , l’installazione site specific per la mostra #livingroom a cura di Leo Lecci visitabile fino al 13 febbraio presso PRISMAStudio con catalogo in stampa
con il supporto dell’ Università di Genova.
Ringrazio Espoarte, Livia Savorelli, Diego Santamaria, Marta Menegon e tutte le realtà e persone che “provocano”, ospitano e sostengono le mie #galanterie

 

 



Creare … Cura , un resoconto su Loredana Galante 

Per quanto sia labile ed impenetrabile alla comprensione profonda il confine fra il bene e il male, Loredana Galante è senza dubbio arruolata tra gli attivisti del Bene. Incline alla creazione di valore e all’approccio contributivo, i suoi lavori, come aprire le mani per lasciare cadere semi per la riformulazione di una coscienza etica e ricongiungere le dita per ricucire gli strappi hanno la valenza di azioni e gesti semantici. Fatti di Cura, riparazione ed attenzione alle fasce deboli, inclusione, rituali salvifici di ricanalizzazione dei desideri e delle risorse definibili come edificanti interventi di poesia critica . Fili, racemi, esili strutture sentimentali di mani dedicate a costruire reti di appartenenza e di contenimento: possono sorreggere, arginare e ricamare un disegno di presa di coscienza, di assunzione di responsabilità?
La stagione trascorsa l’ha vista coinvolta in progetti ed eventi. Ne elencheremo alcuni…LEGGI TUTTO – Scarica / Vedi il documento ….


Da qualche giorno fra le nostre alleanze c’è quella con Loredana Galante , artista internazionale ma di origine genovese ( ” ai tempi” in una versione cartacea delle pagine Bianche in tutte le nostre case è entrato un dipinto di Loredana stampato sulla copertina, in quanto vincitrice del concorso Pagine bianche d’autore).

Della natura, 2018, dittico, 80×80 cm cadauno, tecnica mista e ricamo su tela

Traiettorie, 2018, 80x 60 tecnica mista su tela e ricamo
Ipotesi, 2018, tecnica mista su tela e ricamo, 180x180cm

Loredana vuole sostenerci con il suo lavoro con delle donazioni di opere e ci ringrazia per questa occasione di dare al suo lavoro un “valore contributivo”.

Nel corso della sua attività artistica ha esposto in Italia e all’ estero, tra cui a Tokyo, Dubai, Hannover, Strasburgo, Nizza, New York, Teheran, Ouagadougou, Shengzhen…

Hanno scritto di lei: Vera Agosti, Luca Beatrice, Germano Beringheli, Achille Bonito Oliva, Chiara Canali, Marco Canepa, Luciano Caprile, Viana Conti, Miriam Cristaldi, Chiara Crosti, Fortunato D’ Amico, Alberto Dambruoso, Genni Di Bert, Kaiser, Manuela Gandini, Milly Gandini, Maria Flora Giubilei, Angela Madesani, Emilia Marasco, Franco Ragazzi, Alessandro Riva, Alessandra Redaelli, Elisabetta Rota, Laura Safred, Sandra Solimano, Olivia Spatola, Paola Valenti, Stefano Verri, Chiara Vigliotti.

Per farvela conoscere meglio abbiamo scelto il testo del critico d’arte contemporanea Fortunato D’ Amico…. 

Per farvela conoscere meglio abbiamo scelto il testo del critico d’arte contemporanea Fortunato D’ Amico

Con l’aiuto dei ragni tessitori
di Fortunato D’Amico
Certamente Loredana Galante non appartiene a quella sfera di persone che s’intimidiscono davanti all’ortodossia dell’arte accademica, severa nella selezione dei documenti da mostrare al pubblico o da conservare negli archivi, risoluta nello scartare ricerche, materiali, strumenti, non ritenuti idonei ad alimentare il cliché degli stereotipi adottati dalla retorica del sistema culturale.
Lei non è conforme nemmeno ai comportamenti di molti artisti italiani, sovente calati in un ruolo ascetico, seriamente paranormale, perché la sua attività artistica è strettamente congiunta al suo modo di essere donna e di sentire la vita reale, con un pizzico di genuina follia.
I travestimenti, le mascherate, il ritmo andante allegro della sua camminata, gli indumenti e gli ornamenti utilizzati negli happening, che organizza abitudinariamente, sono i materiali della sua arte.
Non ci sono altre condizioni per descrivere il fenomeno Loredana Galante: briosa, attiva, intraprendente, timida, sfacciata, riflessiva, amletica, decisa, insicura, coinvolgente fino al punto da ritenere che gli stati d’animo, provocati dal racconto delle sue storie, siano in parte anche i tuoi.
E’ vero invece che la sua ricerca estetica indaga tra le formalità, il bon ton, il galateo “fin de siècle” ritratto nei quadri di Georges Seurat, Edgar Degas, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Édouard Manet, da cui sembra uscita opportunamente vestita e adornata a festa.
In realtà non c’è nulla di retrò nei suoi pensieri, negli atteggiamenti esibiti in pubblico durante le brevi performance teatrali che lei abbina abitualmente alle mostre dei suoi artworks.
Ogni singola opera realizzata ha una ragione espressiva traducibile solo se ricondotta al complesso degli episodi sceneggiati cui fa riferimento, dove la poesia è il vero filo di Arianna per ricomporre l’itinerario tracciato dall’amabile personaggio femminile interpretato con spirito cortese.
Le azioni di contatto con il pubblico sono quindi una parte fondamentale del lavoro artistico di Loredana Galante, funzionali a suscitare interesse e a divertire lo spettatore mentre osserva, riflessivo, la scena dei monologhi e si interroga sugli effetti scaturiti dall’ interazione tra i gesti e gli oggetti elaborati con dovizia maniacale.
Il rapporto con la natura è proiettato in un mondo magico, dove il sogno esercita l’ideale immaginato e l’armonia regna tra le persone che entrano nella cornice e assumono il ruolo di coprotagonisti.
La recita performativa, quindi, comunica la parodia di una donna alle prese con i desideri individuali, alla ricerca di una formula per equilibrare le proprie aspettative con  quelle degli altri. Il filone narrativo è elaborato in forma di divertissement, congeniale alla sua natura ironica e irrequieta, in cerca di un background virtuoso che esalti la condizione femminile e recuperi gli strumenti conviviali per allontanare lo squallore della quotidianità.
La socializzazione di questi sketch si sviluppa spesso nell’ambito di spazi prosperosi, resi sensibili da fiori, piante, animali, equipaggiamenti per la vita open air e il picnic, in un clima da raduni festosi, proiettati dentro una concezione dello spazio tempo mimetica, ottimale alla realizzazione dei desideri dell’osservatore. Anche quando il contesto prospettato per l’azione è quello domestico, caratterizzato dalla presenza di oggetti reinventati dall’artista e inseriti in quadri abitativi studiati per dare accoglienza agli ospiti, la tendenza è sempre quella di favorire un ambiente amichevole e socializzante. Un’operazione artistica incentrata sull’abilità di avviare un dialogo serrato con il pubblico, ottenuto dilatando i processi empatici tra i partecipanti attraverso l’attivazione della teatralizzazione di alcune tematiche che permettono di facilitare i percorsi di simbiosi dei ruoli gli uni con gli altri; messa in scena di un sogno liberatorio diventato realtà, partorito da un’immagine iniziale miticizzata, passata attraverso il filtro della fantasia narrativa, diventata la fiction di una cerimonia conviviale.
L’universo dei segni elaborati è definito anche dall’interesse verso la psicologia, intesa come pratica terapeutica per sondare ambiti della propria personalità tenuti segreti o protetti dal timore che possano essere resi visibili all’esterno.
Si è spinti dall’esigenza di rimuovere l’idea dell’impossibile e di condividere con i propri simili le pratiche per sbloccare l’immaginazione, resa rigida dai complessi interiori. Con un approccio all’ immaginazione ludica privo d’inibizioni e condizionamenti. Ognuno può riscrivere la propria storia, inventarsi un mondo migliore, accettandoci così come siamo ma fantasticando sulle possibilità di trasformazione, riscrivendo il passato, passando dal presente per ideare il futuro. In uno dei suoi workshop recenti – I redraw your life – Loredana interagisce con la storia vissuta e raccontata da ciascuno dei partecipanti e, insieme, contrassegnano un nuovo punto di partenza che origina possibili e imprevedibili percorsi rispettando i desideri espressi da entrambi. L’interesse per le vicende umane è integrato alle conoscenze acquisite dalla scuola di counseling.
Riscrivere il mondo è ridisegnare gli oggetti che ci circondano, vederli con occhi diversi, partecipi di un’attività animistica piacevole e sanatoria.
Avere cura degli oggetti è dichiararli come parte di se stessi, estensione dei propri sensi e ispiratori di comportamenti individuali e sociali.
Recuperare questa cognizione vuol dire cambiare gli schemi propinati dal consumismo, portatore di pratiche malsane che hanno deturpato il pianeta e inquinato la natura, intromettendosi rovinosamente nel ciclo delle risorse planetarie, incapace di riconoscere nei prodotti realizzati un prolungamento spaziale dei sensi e dei corpi.
L’iconografia di Loredana Galante, coerente a questa filosofia, reinventa il design recuperando e rendendo attuali cose e oggetti tralasciati nel dimenticatoio delle illustrazioni pubblicate dalle riviste femminili.
Torte nuziali, collant, vestiti fiorati, nidi per uccelli smarriti, cucù, armadi guardaroba, tazzine del caffè, cornucopie, sedie a dondolo, e tantissimi altri oggetti sono collegati alla densa rete di artefatti che compongono l’insieme fenomenologico. La loro storia individuale è contemplata all’interno di un ampio spettro di “forme-pensiero” legate tra di loro dall’invisibile filamento della rete dispiegata da un laborioso ragno tessitore di trame. Egli è il portavoce di chi conosce l’arte di intrecciare fili e sferruzzare la maglia, di colei che è capace di ritrovare il bandolo della matassa.